CHI SIAMO
MOVIMENTO CRISTIANO LAVORATORI
4 Marzo 1972: Inaugurazione Sede Federacli di Pavia (Dott. Castoldi, Sen. Bersani, On. Bianchi).




 
Il Movimento Cristiano Lavoratori nasce l'8 Dicembre del 1971 con il nome di Federacli, in seguito alla separazione dalle Acli.
A Pavia l' 80% dei Circoli Acli aderiscono al nuovo movimento che può contare su 2500 iscritti.
La prima sede provinciale, in via Menocchio 22, viene inaugurata dal Presidente Nazionale, Sen. Giovanni Bersani, il 4 marzo 1972. (1)
Nel 1972 riprendono i corsi di formazione e le attività sociali, nell'autunno si celebra il I° Congresso provinciale.

Ercole Castoldi è il primo Presidente provinciale e tra i fondatori del Movimento. A livello nazionale continua l'opera di aggregazione tra tutti i gruppi che, in date diverse, hanno lasciato le Acli e l' 8 Dicembre 1972 ha luogo a Roma l' Assemblea di unificazione che adotta il nome di Movimento Cristiano Lavoratori (M.C.L.).
Il patto unitario prevede la costituzione di una Associazione organizzata nel nome Cristiano, con un rapporto organico con la Chiesa; un Movimento unitario di Lavoratori Cristiani operante nel sociale attraverso il criterio della formazione cristiana e la promozione integrale del lavoratore e della sua famiglia.
Il Movimento è organizzato a livello nazionale, regionale, provinciale e di base. Ha organi democratici eletti dal basso e si avvale della presenza di Assistenti ecclesiastici.

Il Movimento Cristiano Lavoratori (M.C.L.) è un movimento di lavoratori cristiani di promozione sociale, di solidarietà e volontariato senza alcuna finalità di lucro.
Esso raggruppa coloro che, nell'applicazione della Dottrina Sociale della Chiesa secondo l'insegnamento del suo Magistero, ravvisano il fondamento e la condizione per un rinnovato ordinamento sociale, in cui siano assicurati, secondo giustizia, il riconoscimento dei diritti e la soddisfazione delle esigenze spirituali e materiali dei lavoratori. Il M.C.L. intende promuovere l'affermazione dei principi cristiani nella vita, nella cultura, negli ordinamenti, nella legislazione.
Per questo, intende operare come Movimento ecclesiale di testimonianza evangelica organizzata ed in fede agli orientamenti del Magistero della Chiesa, consapevole di un suo specifico ruolo nella società.

    MISSION
SCOPI PRINCIPALI DEL MOVIMENTO
Principali scopi del Movimento
Cristiano Lavoratori
 
Studiare i problemi che interessano i lavoratori ricercandone le soluzioni alla luce dei principi sociali cristiani, per la loro integrale promozione.
Perseguire un'azione di orientamento dell'opinione pubblica e di stimolo degli organi responsabili della vita del Paese e di ogni altro organismo interessante il mondo dei lavoratori anche a livello internazionale.
Curare la formazione culturale, religiosa, morale e sociale dei lavoratori, formandoli alla testimonianza cristiana ed a un coerente impegno sociale negli ambienti di vita e di lavoro.
Realizzare una costante opera di formazione tra i lavoratori per promuovere una loro piena partecipazione alla vita sociale, affinché vi apportino un consapevole e determinante contributo.
Tutelare e promuovere i diritti delle famiglie dei lavoratori.
Perfezionare le capacità tecniche e professionali dei lavoratori.
Effettuare, attraverso il Patronato SIAS, l'assistenza sociale e previdenziale dei lavoratori.
Promuovere, organizzare e/o gestire ogni iniziativa di carattere culturale, formativo,editoriale, ricreativo, sportivo, assistenziale, umanitario, ecologico, economico, cooperativistico, di volontariato civile e/o sociale, che risponda alle aspirazioni ed alle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie.
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    LA STORIA
QUARANT'ANNI FA NASCEVA L'M.C.L.
 
E' il 1972 quando a Roma, nei giorni 8, 9 e 10 dicembre, presso il teatro degli Agostiniani nei pressi di San Pietro,  si riuniscono i rappresentanti delle due associazioni Federacli e Mocli, entrambe nate dalla separazione con le Acli, per dare vita al Movimento Cristiano Lavoratori (M.C.L.). Una scelta sofferta e a quel tempo l'unica possibile per mantenere fede all'impegno di fedeltà al Magistero Sociale della Chiesa, messo sempre più in discussione nella società laica di allora dall'affermarsi di spinte "rivoluzionarie"che in larga parte hanno attraversato, lacerandolo, anche il tessuto sociale e associazionistico di ispirazione cristiana.

 

 

Di seguito si evidenziano alcuni passaggi cronologici per ripercorrere questo cammino.

 

1944 - Nascevano per volontà di Pio XII le ACLI, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani. A quel tempo esisteva un solo sindacato unitario, la CGIL ed era forte il bisogno di fornire un appoggio esterno alla componente cattolica per evitare che la questione sociale rimanesse di esclusivo appannaggio della sinistra marxista e del suo progetto egemonico. Questa nuova as-sociazione si fondava su tre risorse basilari: 1) il clero, soprattutto a livello parrocchiale; 2) gli eredi del primo sindacalismo "bianco" prefascista; 3) le figure di rilievo del nascente partito di ispirazione cristiana che, successivamente, divennero i leader politici dell'Italia in ricostruzione.
L'andamento dell'associazione fu inscindibilmente legato alla capacità di reciproca collaborazione delle tre componenti: l'armonia è sempre fondamento del successo e della incisività dell'azione sociale.

 

 

1948/1950 - Nasceva la "Libera CGIL" e poi la Cisl: il contributo di uomini aclisti (in termini qualitativi e quantitativi) fu considerevole per la nascita del nuovo sindacato ma il contraccolpo nell'associazione si fece sentire. Con il passaggio di molti dirigenti alla nuova realtà costituitasi, venne meno l'orientamento più "sociale" e le ACLI accentuarono di conseguenza l'aspetto "ecclesiale", di riflessione; il popolarismo politico lasciò il campo libero alla D.C. e da allora la radice aclista divenne poco più di una "corrente" all'interno del partito Rinnovamento Democratico e poi Forze Nuove.

 

 

Anni '60 - In un tentativo di recupero del ruolo dell'associazione, venne introdotto il concetto di incompatibilità tra cariche politiche e cariche associazionistiche, concetto questo assai importante in teoria, perché metteva al riparo da "commistioni" potenzialmente pericolose ma, nello specifico dell'organizzazione, viene ancora una volta meno il reciproco correggersi delle diverse componenti lasciando il campo libero a nuove teorizzazioni e a sperimentazioni politiche senza argini. Il confronto non era più tra membri dello stesso gruppo, ma tra entità organizzative diverse e ciascuna gelosa della sua autonomia. Si concretizzò una strategia volta a conseguire una più forte "autonomia" delle ACLI, la ricerca di una nuova unità sindacale (con l'illusione di poterne essere i controllori) e dell'unità politica con le sinistre per sconfiggere la D.C.. Il tutto nel quadro di un generalizzato spirito di "rinnovamento" (nel quale la stessa Chiesa ebbe parte importante con il Concilio Vaticano II): la ricerca di nuove forme di partecipazione ma anche, in negativo, l'eccesso da rivoluzione culturale della contestazione del '68 e l'affacciarsi della teologia della liberazione che soprattutto in America Latina lanciava il suo grido, giustificabile in certi punti per quella realtà, ma decisamente eccessivo per la nostra.

 

 

Giugno '69 - Congresso di Torino - Venne sancita la fine del collateralismo con la D.C. Anche i rapporti con la Gerarchia Ecclesiastica vennero messi in discussione: l'associazione non volle essere l'ala operaia del movimento cattolico ma "una componente cristiana del movimento operaio". L'ipotizzata "scelta socialista" indicava che il referente era cambiato: non più il Magistero Sociale della Chiesa ma gli strumenti dell'analisi marxista. Divenne evidente ciò che da tempo creava difficoltà ad una buona parte degli iscritti: lo scostamento dai principi originari e il venir meno di una connotazione cristianamente orientata dell'esperienza aclista.

 

 

Marzo '70 - Preoccupata per l'andamento del dibattito la Chiesa, attraverso il Presidente della CEI, pose all'associazione una serie di domande riguardanti l'adesione al Magistero Sociale, la fedeltà agli scopi originari delle ACLI, la figura dell'Assistente Ecclesiastico, il riferimento teorico a dottrine inconciliabili con il Magistero.

 

 

Agosto '70 - Convegno di Vallombrosa. Si arrivò a questo incontro in un clima difficile: le risposte dell'associazione alla Gerarchia non furono sufficienti a dirimere le perplessità e prese forma sempre più il dissenso nei confronti delle scelte dei vertici aclisti di perseguire un orientamento operaista e di sinistra. Labor diede vita prima all'AICPOL Associazione Politica dei Lavoratori, e poi al Movimento Politico dei Lavoratori, partito che avrebbe dovuto raccogliere i voti degli aclisti, con una previsione di due milioni di voti … ( alle politiche del '72 raccolse solo 119.000 voti e nessun deputato) confermando la scelta socialista.

 

 

9 maggio '71 - La CEI scrisse in un suo documento che nel rispetto dell'autonomia rivendicata dalle ACLI "… i Vescovi non ritengono che oggi le ACLI rientrino tra le associazioni per le quali si prevede il consenso della Gerarchia …" e la conseguenza fu il ritiro degli assistenti ecclesiastici.

 

 

8 dicembre '72 - Le associazioni sorte per raggruppare il dissenso verso le scelte delle ACLI (Libere ACLI, Federacli, Mocli) diedero vita all'MCL.

 

 

Entrambe le associazioni hanno intrapreso un cammino di grande impegno e di reciproco riconoscimento nell'agire, ognuna secondo la propria sensibilità, nel sociale.

 



Da parte dell'MCL non è venuta meno la voglia di spendersi per la formazione dei propri iscritti, sempre riferendosi all'insegnamento della Chiesa, ancora più attuale oggi che la mondializzazione dell'economia e della società impongono un criterio unificante nella ricerca di risposte ai problemi non solo di una classe o di una nazione ma dell'intera umanità.

 



Dall'articolo 1 dello Statuto dell'MCL: "… L'MCL raggruppa coloro che, nell'applicazione della Dottrina Sociale della Chiesa secondo l'insegnamento del suo Magistero, ravvisano il fonda-mento e la condizione per un rinnovato ordinamento sociale, in cui siano assicurati, secondo giustizia, il riconoscimento dei diritti e la soddisfazione delle esigenze spirituali e materiali dei lavoratori … Per questo intende operare come Movimento ecclesiale di testimonianza evangelica organizzata ed in fede agli orientamenti del Magistero della Chiesa, consapevole di un suo specifico ruolo nella società".

 

 

(1) Sen. Giovanni Bersani (Bologna, 22 luglio 1914) è un politico italiano, esponente della Democrazia Cristiana, fu membro del Parlamento italiano e del Parlamento europeo.
E' stato tra i fondatori del Movimento Cristiano Lavoratori, vicepresidente delle ACLI, deputato per sei legislature e senatore per una; sottosegretario al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale nel Governo De Gasperi VII nel periodo 1952-1953.
Nel 1972 fondò il CEFA (Comitato Europeo per la Formazione e l'Agricoltura), ONG di cooperazione allo sviluppo con sede a Bologna e che da allora opera nei paesi dell'Africa sub-sahariana, balcanici e dell'America Latina.
Membro del Parlamento europeo dal 1960, è stato eletto alle elezioni europee del 1979 per le liste della DC e riconfermato nel 1984. È stato vicepresidente della commissione per lo sviluppo e la cooperazione, membro della commissione per le relazioni economiche esterne e della delegazione alla commissione parlamentare mista CEE-Turchia. Aderì dapprima al gruppo democratico cristiano, successivamente al gruppo parlamentare del Partito Popolare Europeo. Principale promotore dell'Associazione Fondazione Nord Sud.
Nel 2004 il consiglio regionale dell'Emilia-Romagna approvò una risoluzione per chiedere alle istituzioni locali di attivarsi per presentare una segnalazione in favore della nomina di Giovanni Bersani a senatore a vita, descrivendolo come una persona che ha dedicato la sua vita ai più deboli nelle sedi istituzionali e nel ruolo di volontariato internazionale.

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