26 ottobre
2012
  EVENTI

UN BEATO DA RISCOPRIRE




 

Tra gli economisti italiani a cavallo tra ‘800 e ‘900 spicca Giuseppe Toniolo (Treviso 1845-Pisa 1918). La sua opera ha dimensioni sovranazionali e si colloca nell’esperienza del cattolicesimo sociale maturato in Italia, Francia, Germania, Belgio che mirava a legare l’etica all’economia e alla politica.
Toniolo partendo dall’esame dei classici, specie Smith e Ricardo, non accettò l’idea di un mercato privo di regole e, pur riconoscendo la validità della ricerca dell’interesse individuale, respinge l’idea che il mercato potesse essere l’unico animatore dell’attività umana e che non fosse stato tenuto nel giusto conto il valore dello spirito religioso. Per Toniolo il centro di tutto è l’uomo e non può essere strutturato in base ad una logica di puro profitto.
Egli scuote il mondo cattolico di allora insistendo sui seguenti punti:
1) Non si doveva restare arroccati e chiusi nella questione romana (breccia di Porta Pia e fine del potere temporale della Chiesa, dissidio tra papato e Regno d’Italia);
2) Non si poteva seguire un certo empirismo che comportava un complesso di inferiorità culturale, ma occorreva uno studio serio e profondo dei problemi emergenti; da ciò ecco : le “settimane sociali”, l’appoggio a Padre Gemelli per fondare l’Università del Sacro Cuore, l’interesse per l’azione cattolica e per la fondazione della FUCI. Insisteva che si dovesse puntare all’incontro dei saperi e non allo scontro dei poteri.
3) Bisognava liberarsi da ogni conservatorismo liberale e trovare una via costruttiva per incanalare la carica antiborghese del cattolicesimo ruralista  italiano (idea ripresa da don Sturzo nel programma del Partito Popolare Italiano).
4) Si doveva mirare al riscatto dei ceti popolari con interventi sulla perequazione fiscale, la tutela dei contratti di lavoro e dando potere agli enti locali e a una legislazione protettiva del lavoro ( assicurazioni infortuni, malattia, vecchiaia); unita ad una riduzione delle spese militari e con un controllo sui servizi della burocrazia che risultassero improduttivi.
5) Toniolo, nello stesso tempo, prende le distanze da Marx, sostenendo che occorreva una elevazione generale delle varie classi e non solo del proletariato e non con compiti rivoluzionari.
Queste e tante altre idee si trovano nel suo “Programma dei Cattolici di fronte al Socialismo” e nel “Trattato di economia sociale” che elaborò prendendo spunto dalla Rerum Novarum (Leone XIII 1891). Al pensiero sociale di Toniolo fa riferimento don Sturzo nel fondare PPI. De Gasperi nel 1943 lo definì il più autorevole interprete della tradizione e delle idee ricostruttive della Democrazia Cristiana. Anche Amintore Fanfani ne fu profondamente influenzato, cosa emersa anche nel 2009 durante un convegno sullo statista aretino.
Tutte le Encicliche sociali recenti attingono al pensiero di Toniolo e Papa Woytila dichiarò di ammirarlo e di aver profondamente meditato i suoi scritti.
Adesso è anche  elevato agli altari come BEATO.

Giorgio Duminuco

 



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