29 marzo
2013
  EVENTI

Michele Tiraboschi ricorda Marco Biagi




 

Il prof. Michele Tiraboschi ricorda Marco Biagi e il suo impegno per i giovani

È certamente difficile aggiungere oggi qualcosa di nuovo e autentico sulla vicenda umana e professionale di Marco Biagi. Molto si è infatti discusso, in questi undici anni, del suo progetto di modernizzazione del mercato del lavoro italiano. Gli esiti di questo confronto – condotto sia a livello politico-sindacale sia in ambito accademico – paiono tuttavia ancora lontani da un approdo certo e condiviso. Neppure le evidenze empiriche, che pure dimostrano ampiamente la bontà di molte delle sue idee e intuizioni, sono servite a superare un radicato pregiudizio sulla sua legge. Il nome di Marco Biagi ancora oggi divide, ad esclusione ovviamente di quanti, dopo averlo isolato e duramente osteggiato in vita, sono oggi impegnati nel nobile tentativo di riabilitarne ex post il ruolo di servitore dello Stato e delle istituzioni cancellando, tuttavia, o comunque manipolando la storia fino al punto di negargli la paternità di quella che, con gelido distacco, viene ancora oggi chiamata “la legge 30”.
Lo stesso può dirsi per le commemorazioni, alcune delle quali si ripetono oramai stancamente replicando, anno dopo anno, un registro enfatico e celebrativo che a Marco non sarebbe certamente piaciuto e che, comunque, poco o nulla aggiungono alla riscoperta del suo pensiero (che non può che partire dalla paziente lettura dei suoi scritti e dei suoi progetti) e ancor meno alla messa in pratica del suo peculiare metodo di lavoro tanto in ambito scientifico e accademico quanto a livello progettuale e operativo.

In non poche circostanze, almeno questa è la mia impressione, il nome di Marco Biagi e il richiamo della sua legge rappresentano poco più di uno spunto per parlare di altro o anche per innalzare una di quelle tante bandiere che non poco hanno contribuito ad alimentare quel clima di odio e divisioni in cui è maturata la sua morte. In una stagione politica tanto incerta e lacerata credo sia doveroso ricordare il clima di intolleranza che ha preceduto e accompagnato la morte di Marco perché anche questa è una lezione da non dimenticare mai. Più passano gli anni e più mi convinco che, nel persistere delle divisioni, proprio questa è la prima e vera lezione della vicenda umana e professionale di Marco Biagi. Il rispetto della persona e delle idee, qualunque esse siano, al di là di quelle che sono le nostre convinzioni personali su questa o quella legge o riforma. Chi ancora oggi innalza bandiere, incita all’odio e disprezza quanti la pensano diversamente poco o nulla ha capito di Marco e della sua morte. Per me oggi tutto questo è chiaro e netto: al di là dei torti e delle ragioni stanno prima di tutto le persone che mai possono essere calpestate prima ancora che isolate e poi eliminate (fisicamente o moralmente poco importa) Continua...

 

Allegato > Tiraboschi_Biagi_2013.pdf


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