9 gennaio
2014
  COMUNICATI

La (in)consapevole distrazione del mondo cattolico




 

La (in)consapevole distrazione del mondo cattolico

Il 30 dicembre, festa della Santa Famiglia, i Vescovi polacchi hanno diffuso una lettera pastorale, offrendo ai fedeli una riflessione sulla situazione della famiglia moderna.
Questa loro “discesa in campo”, ci induce a operare una meditazione su quanto sta accadendo nel nostro Paese, nella distrazione (in)consapevole di gran parte del mondo cattolico.
I prelati polacchi, senza remore o giri di parole, vanno direttamente al cuore del problema.
Il tentativo, non certo sotteso, bensì scientificamente elaborato, di stravolgere e ridefinire attraverso l’ideologia del genere, il concetto di matrimonio e di famiglia, ci vede spettatori inermi di un progetto che mira alla de-costruzione delle fondamenta antropologiche della società.
La famiglia, quale società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, diventa così una minaccia, un impedimento all’autodeterminazione del proprio orientamento sessuale, che trova origine non nel sesso biologico, bensì nell’orientamento culturale che ne definisce il genere e, quindi, la scelta se essere maschio o femmina, la scelta, quindi, di come formare una famiglia e in che termini, stabilire chi è il maschio e chi la femmina, avere pari diritti alla famiglia naturale, senza per questo assumere gli stessi obblighi.
All’effettività dei rapporti, quindi ai diritti e doveri, alle reciproche obbligazioni, su cui ogni stato moderno fonda la propria struttura normativa e sociale, si antepone l’affettività, il che significa, oggi provo dell’affetto nei confronti di una persona, che sia dello stesso sesso o meno non fa differenza, non ho alcuna voglia di stabilire vincoli impegnativi, domani nel momento in cui questo affetto viene a mancare il tutto si dissolve come neve al sole.
Può uno Stato legiferare e, quindi, stabilire regole che diano certezza, che impegnino reciprocamente cittadini e istituzioni, sulla base di sentimenti e affetti, duraturi o meno che siano?
Nessuna obbligazione, nessun dovere reciproco. E’ finito l’affetto, quindi che cosa c’è di strano, un altro affetto arriverà.
Ora diventa necessario chiedersi: cosa ha prodotto questo tipo di rapporto, quale prospettiva di futuro ha generato, come e in che termini ha contribuito allo sviluppo della società, quale apporto ha fornito alla comunità civile. La risposta è estremamente semplice: il nulla!
Questa risposta, non appare così scontata.
Qui intervengono i diversi fattori, su cui questa ideologia poggia la propria azione. S’incomincia lentamente, gradualmente a instillare a piccole dosi la “Nuova cultura”. Gli strumenti sono molteplici, e tutti leciti, anzi direi così pervasi da una sconcertante normalità.
I messaggi pubblicitari, che devono essere orientati, perché diversamente sarebbero omofobi, Barilla docet, i buoni sentimenti delle soap opere, delle fiction, dove la famiglia allargata, diventa la regola, dove insieme convivono ex mogli ed ex mariti, ognuno con il nuovo compagno o compagna, e qualora fossero dello stesso sesso, qual è il problema; si vogliono così bene. Che male c’è?
Provate a chiedere a un adolescente un giudizio, vi dirà che per lui è normale, lo dicono anche a scuola, “addirittura il prof. di religione ci ha detto che è normale”.
Da qui la sfida educativa di cui parla Papa Francesco che, al netto delle scontate strumentalizzazioni, significa, essere preparati professionalmente e culturalmente, e saper offrire una risposta di verità senza cadere nelle ingenuità dei facili sentimentalismi da cui nessuno è esente, compresi molti membri, anche autorevoli della Chiesa.
L’opera delle lobby è instancabile e pervasiva, l’azione dei cattolici rimane priva della necessaria energia.
“si sviluppa la psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo” . Evangelii Gaudium, n. 83.
E poi, c’è il grande tema dei diritti negati, utile strumento per raggiungere l’obiettivo finale, per come sta accadendo in altri Paese europei, il matrimonio tra omosessuali e le adozioni da parte delle coppie gay.
Ora, a scanso di equivoci, va subito detto che i diritti civili non si negano a nessuno e, qualora nel nostro ordinamento, vi fossero delle lacune, cosa improbabile, basta così poco per colmarle, senza perciò creare un surrogato di famiglia, con gli stessi diritti, ma senza gli stessi doveri, di cui francamente non si avverte alcun bisogno.
Anche qui la tattica è sempre la stessa. Le visite e l’assistenza ospedaliera, i diritti successori, la pensione di reversibilità, la successione nel contratto di locazione; tutti argomenti leciti o addirittura scontati.
Peccato, però, che le cose non stiano proprio così.
A parte la vicenda pensione di reversibilità, su cui la Corte Costituzionale con sentenza n. 461/2000 ha avuto già modo di pronunciarsi, e su cui occorrerebbe un maggiore approfondimento anche dal punto di vista della tenuta dell’odierno sistema pensionistico, l’attuale ordinamento giuridico offre già tutti gli strumenti di garanzia patrimoniale sia in termini di benefici successori o di eventuali altri diritti patrimoniali.
Lo stesso dicasi per l’assistenza o per le visite in ospedale: si sfida chiunque a trovare un regolamento di qualsiasi direzione sanitaria che neghi l’accesso alla persona convivente e, ciò anche per un motivo abbastanza banale: è lo stesso paziente che decide e indica la persona da cui vuole essere assistita.
Sappiamo bene che anche questo tema viene utilizzato come vulnus per raggiungere obiettivi diversi, anche di natura politica.
«La famiglia non può essere umiliata e modellata da rappresentazioni similari che in modo felpato costituiscono un “vulnus” progressivo alla sua specifica identità e che non sono necessarie per tutelare diritti individuali in larga misura già garantiti dall’ordinamento». (Cardinale Angelo Bagnasco, prolusione alle Settimane Sociali il 12 settembre 2013)
Lo stesso “giovane” segretario del PD, ritiene, oggi, dimentico del Family Day del 2007, dove le sue posizioni apparivano leggermente diverse, che la legge sulle unioni civili, rappresenti una delle priorità assolute per il nostro Paese.
E’ probabile che debba pagare pegno, magari alla sinistra oltranzista del suo partito, o magari spera di attrarre simpatie trasversali, o forse estinto il debito passerà poi ad incassare il credito che da questa operazione ne potrebbe derivare.
Sa perfettamente, il sindaco di Firenze, che il tema delle unioni civili crea necessariamente delle fratture sia all’interno del suo partito sia nell’attuale maggioranza. E allora perché riproporlo proprio in questo momento, quando altre sono le attese, i bisogni e le aspettative del Paese?
Diceva qualcuno qualche tempo fa, “a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.
Il tempismo di Renzi, in effetti, qualche sospetto lo suscita. Non è che forse l’attuale governo gli stia un po’ stretto? Avrà qualche ambizione? Si commetterà peccato, ma siamo sicuri di azzeccarci!
Il tema della famiglia secondo le previsioni dell’art. 29 della Costituzione, sia realmente inserito nell’agenda di governo, sia anteposto agli egoismi di parte e alle ideologie distruttive.
La famiglia naturale è la sola che può generare futuro.
E il nostro è un Paese che deve guardare al futuro con speranza, che non è illusione ma forza costruttrice di bene comune.


Vincenzo Massara

 



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